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Il Molo di Torregaveta cade a pezzi tra l’indifferenza dei politici.

Il Molo di Torregaveta, meta turistica e di manifestazioni sportive nazionali, da qualche anno è stato lasciato nel degrado e nell’abbandono. Indignazione da parte della gente locale, che si sente presa in giro da parte di politici dell’ultima generazione.

Chissà se saranno state le condizioni decrepite del pontile di Torregaveta, le cause di qualche incidente mortale accorso a qualche malcapitato passeggero. Potrebbe qualcuno, avere sbiettato,forse, fra qualche buca presente su quella pavimentazione; o la mancza del muretto protettivo abbia contribuito ad un tuffo fuori programma, o ancora la presenza di un sasso che le sarà stato d’inciampo abbia fatto altrettanto? Non lo sapremo mai.
Ciò che ci dà, invece, certezze, è lo stato in cui versa la struttura. Che è pessima.
Le intense mareggiate, che a Torregaveta assumono carattere di tempesta, sono le cause principali della rovina del molo, sottoposto a continue mareggiate, spesso intense; queste corrodono con il proprio componente salino le travi di ferro che ne costituiscono l’ossatura; il moto violento dei marosi, ne scardina poi gli elementi esterni.
La mano dell’uomo, infine, ne determina il degrado. C’è testimonianza di comportamenti scellerati da parte di molti; in particolare dell’orda barbarica che si riversa durante la stagione balneare su queste spiagge. Il pontile di Torregaveta diventa ricettacolo di ogni sorta di rifiuto. Organico ed escrementi compresi. Purtroppo, mentre l’Amministrazione comunale cerca in qualche modo di mantenere il decoro del Paese, il Molo di Torregaveta viene tenuto al di fuori di questo circuito di rispetto .E’ uno schifo, scusate la parola Ma è la parola.
Già il rispetto. E’ quanto esigono gli abitanti di Torregaveta. Almeno questo. E che non si venga a fare demagia con parole che fanno più danno di quelli arrecati dalla forza della natura e dalla barbaria dei balneanti di cui si è fatto cenno pocanzi.
A Torregaveta si ricordano ancora le frasi pronunciate da Giuseppe Scotto di Vetta, assessore allo sport, farfugliate in occasione della recente competizione di nuoto, in cui, l’illustre, vagheggiava “di portare il nome di Torregaveta in questi eventi a carattere internazionale “ ed auspicava per “ questo piccolo borgo, il suo ruolo che gli spetta: il suo lusso” Parole precise di assessore. Poi se la prese con la stazione della Cumana – causa di tutti i mali – affermando che essa è “purtroppo la struttura infrastrutturale (libertà poetiche di politico nostrano) della Cumana, non consente di valorizzarlo al meglio”. Fedeli parole. Chiudendo infine l’intervento con queste altre “Si spera che le istituzioni ci diano una mano anche per la riqualificazione del pontile.” Offesa all’intelligenza umana.
Forse il povero assessoruncello si è scordato che con la propria carica egli è parte integrante delle istituzioni. In quanto alla rimozione dei rifiuti, o la presenza di un vigile urbano nei paraggi, “ per il decoro del piccolo borgo,” cosa si pretenda che “la struttura infrastrutturale” venga abbattuta?
Il pontile ha visto tempi migliori. Gli enti locali da oltre un secolo a questa parte hanno rispettato la dignità del luogo, occupandosi della manutenzione del manufatto. Durante la fine degli anni novanta, per volere dell’assessore Antonio Capuano il molo fu ristrutturato e messo a nuovo. Un’operazione eccellente. All’epoca si badava al sodo, al bene del paese e della collettività. Il Molo fu rinforzato, lastricato in tutta la sua ampiezza; ornato da lampioni in gentile armonia con il paesaggio. Poi fu messo in sicurezza dal rifacimento della spalletta di metallo lungo l’intero perimetro laterale che volge verso nord. Da qualche anno a questa parte nessuno si è preoccupate di provvedere alla sua manutenzione. Il pontile dunque esposto agli agenti atmosferici si è trovato ben presto con le panchine divelte, le lastre di cemento sparse un poco dappertutto, nudo delle protezioni che sono state erose dal mare. I lampioni non esistono più Il buio ha avvolto il pontile e in esso si è immerso l’intero borgo. Ad aggravare la scena sono i resti irriverenti delle gozzovigliate domenicali consumate all’aperto, da esseri irrispettosi. Che giacciono nel tempo. Finquando Nettuno impietosito darà ordine ai flutti di gonfiarsi, e nettare con lo spruzzo delle loro acque l’intera struttura. Aimè , a questo è ridotta la comunità locale, deve aspettare che venga tesa loro una mano dal Cielo per sperare nella pulizia del posto.

Geppino Basciano.

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