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L’elmo di Ierone che viene da Cuma del British Museum a Siracusa

Siracusa, presso il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” (Viale Teocrito n. 66), e’stata  inaugurata la mostra “Apò Kymas. L’elmo di Ierone dal British Museum”.

Scintille balenar d’elmi e di cozzanti brandi» e «corrusche d’armi ferree vedea larve guerriere /cercar la pugna»; la parola elmo non può far a meno di rievocare questi celebri versi foscoliani dei «Sepolcri», se poi si tratta di un elmo donato da un tiranno come Ierone, le cui imprese furono cantate da Pindaro, si spalancano le porte del mito. Per ringraziare gli dei per la vittoria di Cuma nel 474 a. C., il tiranno Ierone, mandò un elmo di bronzo, con un’iscrizione dedicatoria, al santuario di Olimpia. L’iscrizione in lettere greche recita: «Ierone, figlio di Deinomenes e i Siracusani a Zeus, dal bottino fatto sugli Etruschi a Cuma». Quell’elmo che viene dal passato e parla di battaglie e di eroi è al centro di un’esposizione che è stata appena inaugurata: «Apò Kumas. L’elmo di Ierone dal British Museum», è il titolo della mostra dedicata all’elmo che rappresenta un unicum tra i reperti legati alla città di Siracusa. Il pezzo, proveniente dal museo di Londra, sarà esposto fino al 6 Gennaio al Museo Archeologico «Paolo Orsi» di Siracusa, uno scrigno di tesori che si arricchisce ora di un reperto di grande valore. L’elmo «da Cuma», questo significa il titolo dell’esposizione, è protagonista della mostra con altri pezzi ad esso legati, come armi e corredi, e la collaborazione con il British, instaurata dalla direttrice del museo, Beatrice Basile, rientra in un programma di scambi che coinvolge anche noti musei americani. Annalisa Stancanelli da www.patrimomiosos.it
‎474 a.C. Nelle acque di Cuma, al largo della costa campana, una flotta di navi etrusche, che muove alla conquista della città greca, si scontra con le navi dei difensori. Sono navi cumane; ma il contingente maggiore è costituito di triremi siracusane, venute in soccorso a Cuma. Le ha inviate Ierone, da quattro anni tiranno di Siracusa dopo la morte del fratello Gelone. La flotta siracusana sbaraglia quella etrusca, e infligge al nemico una sconfitta così dura da scoraggiare, per molti anni, ogni ulteriore tentativo espansionistico dei “Tirreni, signori del mare” (Diod. XI, 51). E’ una vittoria rilevante sotto il profilo politico: Siracusa afferma nettamente la sua supremazia nel Tirreno meridionale e consolida il controllo delle rotte che passano attraverso lo Stretto di Messina. Ierone amplifica l’eco della vittoria, da accorto stratega della propria auto rappresentazione sul piano internazionale; affida al più grande poeta contemporaneo, Pi
ndaro, il canto delle gesta siracusane nella battaglia di Cuma, e magnifica la vittoria agli occhi di tutto il mondo greco consacrando a Zeus, nel santuario panellenico per eccellenza, Olimpia, il bottino di armi conquistate ai nemici.
Dopo secoli, dalla rovine del tempo e degli uomini, sono riemersi ad Olimpia, di quel bottino, tre elmi, tutti con la stessa orgogliosa iscrizione: “Ierone, il Dinomenide, e i Siracusani (dedicano) a Zeus (dalla preda) dei Tirreni, da Cuma”. Dei tre elmi, due sono ancora ad Olimpia; uno, rinvenuto agli inizi del 1800, è conservato al British Museum di Londra, ed è stato concesso in prestito per essere esposto nella mostra che apre al pubblico il 21 ottobre.
L’esposizione dell’elmo nella città da cui era partito circa 2500 anni fa, è accompagnata da un percorso espositivo con reperti provenienti dalle collezioni del museo, alcuni dei quali in mostra per la prima volta, che illustrano non soltanto le tipologie più diffuse e la funzionalità di armi e armature nel mondo greco, in età arcaico-classica, ma anche il significato della presenza di armi in contesti particolari, diversi dal campo di battaglia; la dedica nell’ambito di santuari, la deposizione all’interno di tombe, la raccolta nei ripostigli di metallo, la raffigurazione nelle monete..

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