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GROTTE DELL’ACQUA (BACOLI, NA): IL PIANO DI RECUPERO, RISPONDE L’ASSESSORE

Bacoli. Abbiamo appreso dal comunicato-stampa del 03/08/2012 l’intenzione dell’amministrazione di Bacoli (NA) di elaborare piani di recupero dei siti archeologici locali, a partire dal “colombaio del Fusaro” e dalle “ grotte dell’acqua ” (resti di una cisterna termale d’età romana con acque tuttora sorgive ad una temperatura costante di 38°).

Di tale comunicato, un passaggio tuttavia ha destato la “preoccupazione” dei cittadini, quando cioè si afferma in merito le “grotte dell’acqua” una futura “recinzione dell’area per proteggerla da atti vandalici” cosa che può intendersi come il proposito di limitare o chiudere al pubblico il sito: per questo motivo, il nostro Coordinamento ha inviato il 06/08/2012 una “lettera aperta” (vedi allegato 1) all’assessore ai beni culturali Flavia Guardascione chiedendo chiarimenti e sottolineando come le “grotte dell’acqua” sono un patrimonio storico e sociale della comunità Fusarese e più in generale flegrea (vedi video http://www.youtube.com/watch?v=jbnVTy3vKoM ) per cui vanno “scartate” ogni ipotesi di “chiusura” al pubblico del sito.

Dimostrando attenzione alla nostra istanza nonché alla questione, il 09/08/2012 l’assessore Flavia Guardascione ci ha risposto (allegando la risposta a Paolo Caputo, responsabile della soprintendenza speciale ai beni archeologici di Napoli e Pompei.il Coordinamento delle Periferie

(associazione delle frazioni di Bacoli e di Monte di Procida, NA, in lotta contro il degrado socio-ambientale)

 

 LETTERA – APERTA ALL’ASSESSORE AI BENI CULTURALI

inviata dal Coordinamento delle Periferie il 06/08/2012

Assessore,

dal comunicato-stampa del 03/08/2012 abbiamo appreso la conclusione del monitoraggio su alcuni

siti archeologici di Bacoli, da cui l’elaborazione di piani di recupero e valorizzazione. In particolare,

circa le “grotte dell’acqua” abbiamo letto testualmente che:

<< Prima di qualsiasi intervento di valorizzazione e fruizione è necessario porre in essere misure di tutela e recupero mediante una progettazione di restauro consolidativo delle volte e delle muraturea vista, seguito da una recinzione dell’area per proteggerla da atti vandali – conclude l’assessore Guardascione. Gli sforzi dell’amministrazione, in questo caso, si sono rivolti alla realizzazione del programma di recupero proposto dall’assessore con l’individuazione di fondi regionali che a breve verranno convogliati sul complesso archeologico.

Come associazione cittadina che il 20/12/2009 “ripulimmo” simbolicamente le “grotte dell’acqua” per denunciarne l’abbandono e che da allora ha costantemente “pressato” sulle istituzioni per un

loro intervento, consideriamo positivamente l’attivismo e la professionalità con le quali Lei sta affrontando tale questione e saremo lieti qualora volesse illustrarci il “programma di recupero” da  Lei proposto per le “grotte”. Dobbiamo tuttavia rappresentarLe un certo disagio in merito un breve passaggio della Sua dichiarazione ovvero quando annuncia di far seguire agli interventi di recupero “una recinzionedell’area per proteggerla da atti vandalici”. Sicuramente sono necessarie forme di protezione del sito per evitare danneggiamenti e vandalismi come quelli finora avvenuti, ma confidiamo per “unarecinzione” non s’intenda una limitazione o peggio la chiusura al pubblico del sito. Poiché qualora  fosse negato il libero e gratuito accesso dei cittadini, allora ci vederemo costretti a protestarLe la nostra contrarietà e ciò non alla luce di preconcetti o pregiudizi, ma di due semplici osservazioni: 1) le recenti esperienze hanno dimostrato che limitare la fruibilità di un sito ne comporta anche il peggioramento delle condizioni. Si prenda l’esempio della pista ciclabile del Fusaro. I lavori delprimo lotto furono conclusi nel 2006 senza tuttavia essere mai aperti al pubblico: ciò ha fatto della pista una “terra di nessuno”, spingendo automaticamente ladri e vandali a saccheggiare edistruggere quanto sotto mano, ovvero oltre 5 milioni di euro di investimenti europei. Speriamo non si voglia ripetere lo stesso errore ;

2) le “grotte dell’acqua” fanno parte della storia vissuta della comunità fusarese e più in generale, flegrea. Ancora negli anni ’50 i nostri nonni venivano a farvi bagni caldi portandovi i loro figli, inostri genitori cresciuti in questo incantevole scenario. Non si può ora negare ai cittadini la piena fruibilità di questo sito, che è un vero e proprio bene comune, un patrimonio storico e sociale del nostro territorio .Confidiamo che Lei voglia attentamente valutare le riflessione di questa “lettera aperta” e che vorrà “rassicurarci” in merito, consapevoli noi tutti che anche le “grotte dell’acqua” possono rappresentareuna fonte di ricchezza sociale e di occupazione sul territorio, sopratutto per i giovani: per quanto a nostra conoscenza, anche al Fusaro vi sono giovani attenti ai locali beni storico-ambientali, pronti adare un contributo in forma associativa o cooperativistica per promuovere la conoscenza e la vivibilità delle bellezze del nostro paese, esperienze queste che speriamo l’amministrazione non voglia lasciare indifferenti.

Fusaro, 06/08/2012

il Coordinamento dei Comitati e dei Cittadini delle Periferie

RISPOSTA DELL’ASSESSORE AI BENI CULTURALI FLAVIA GUARDASCIONE

inviata il 09/08/2012 al Coordinamento delle Periferie ed a Paolo Caputo, responsabile locale della Soprintendenza speciale ai beni archeologici di Napoli e di Pompei

Gentili Componenti del Coordinamento delle Periferie, osservo con piacere che l’ attenzione sui nostri comuni beni archeologici è sempre viva da parte Vostra, pertanto vorrei rassicurarVi in merito alle Vostre preoccupazioni, precisando che il programma di recupero che Noi intendiamo mettere in atto per tutti i nostri beni archeologici non prevede affatto una interdizione degli stessi ai cittadini bensì al contrario un avvicinamento e una piena fruizione di essi nel rispetto di tutti i parametri di tutela previsti dalla legge.

Nel caso delle cd. Grotte dell’ acqua, per le quali si manifesta uno spiccato interesse da parte Vostra ( mi auguro che lo stesso interesse accompagni anche le vicende del Colombario, sempre al Fusaro e tutti gli altri beni ) , il programma di recupero da Noi proposto può dirsi articolato e complesso inquanto comprende azioni di tutela, di ricerca archeologica, di valorizzazione e di fruizione. L’azione di tutela ( preciso che il termine deve intendersi in modo letterale e nel senso di materia esclusiva del Ministero dei Beni culturali, non concorrente ) , come sulla stampa era spiegato, siesplicherà con un primo e inderogabile intervento di restauro consolidativo delle strutture e delle volte in pericolo di crollo, che speriamo di poter avviare al più presto, e che sarà concordato con laSoprintendenza speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, il cui funzionario responsabile perl’ area in oggetto, il dott. Paolo Caputo, ci legge in copia. Le azioni di valorizzazione e ricerca archeologica verranno articolate con l’ accordo della sopra nominata Soprintendenza, con cui è già stato avviato da parte della scrivente un dialogo e un confronto scientifico-istituzionale, e riguarderanno interventi di pulizia e messa in luce degli ambienti al momento emergenti e affioranti dalle acque, rilievi di dettaglio del complesso almomento carenti, elaborazione di documentazione scientifica e didascalica ; per questa fase è stato avviato dalla scrivente un dialogo con alcuni atenei partenopei per avviare una convenzione con ilComune, volta a far diventare il sito, ma anche altri siti bacolesi, un centro di attività culturale e ormativo mediante attivazione di tirocini e stages per studenti ( gran parte della platea studentesca in oggetto è flegrea ! ) .

Le azioni di fruizione, il fine ultimo e importantissimo del Nostro progetto, coinvolgeranno attivamente la comunità bacolese, che sono certa risponderà in modo positivo e propositivo, con il coinvolgimento delle risorse umane del territorio ormai sempre più sensibili alle proprie ricchezze paesistiche e storiche: pensiamo infatti di attivare ( già sono state deliberate le linee di indirizzo in merito ) una manifestazione di interesse mediante avviso pubblico rivolto alle associazioni di volontari del territorio per la gestione del sito. Questo creerà opportunità di crescita economicosociale soprattutto per i giovani e finalmente una valorizzazione del sito e del territorio in generale. Naturalmente per porre in atto questo programma occorrerà del tempo e molti sforzi e mi auguro  anche la collaborazione di quanti, come Voi, hanno a cuore il patrimonio culturale bacolese. Un’ultima precisazione vorrei fare sulla recinzione dell’ area in oggetto: con il termine, evidentemente usato in ambito di comunicazione giornalistica, non deve intendersi una barriera fisica invalicabile, bensì più genericamente una forma, non ancora stabilita e da stabilire di concerto con le Soprintendenze, che ripeto hanno la piena discrezionalità sugli interventi di tutela, di protezione mininvasiva e non impattante né visivamente né in profondità, che funzioni da deterrente ad atti di vandalismo e vituperio che ad oggi si sono perpetuati nel sito.

Nel ringraziarVi per l’attenzione, porgo cordiali saluti

Dr.ssa Archeo Ass.re Flavia Guardascione

 

al sindaco di Bacoli,

Ermanno Schiano ;

all’assessore ai beni culturali

, Flavia Guardascione ;

al presidente del Centro Ittico Campano

, Domenico Oriani ;

oggetto:

 

informativa lavori foce Romana .

Con nota inviata al nostro Coordinamento dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di

Napoli e Pompei, prot. 17.861 del 08/05/2012 (

in allegato

) la soprintendente Teresa Elena

Cinquantaquattro dichiara testualmente a pag. 3 :

 

 

La stessa” sottinteso Soprintendenza “

interviene lì dove istituzionalmente chiamata in causa,

operando, ovviamente, anche in sinergia con gli altri enti, come, per esempio in occasione del

 

controllo dei lavori del tratto di pista ciclabile realizzata dalla Soprintendenza BAPPSAE di Napoli

 

in corrispondenza della Foce Romana e alle fondazioni della Casina Vanvitelliana sul lago ed

 

all’Ostrichina, in quelli dei

primi lavori di pulizia di fondali della Foce Romana, effettuati nel

2010 a opera del CIC e controllati da ns. personale scientifico e tecnico

” .

Dal passaggio evidenziato se ne deduce, che la Soprintendenza ritiene svolti nel 2010 a carico del

 

Centro Ittico Campano, quindi indirettamente dell’amministrazione comunale (che controlla oltre il

 

99 % della società), dei “

 

primi lavori di pulizia di fondali della Foce Romana

” visionati dal

personale della stessa Soprintendenza.

 

Sia a noi come associazione che dal 2009 operiamo assiduamente proprio sul territorio delle

 

Periferie nonché su tali tematiche, sia ai cittadini del posto che abbiamo più volte interpellato,

 

non

risultano mai svolti tali lavori

 

: anche l’ex assessore ai beni culturali, interpellata in un ultimo

incontro a luglio 2012, asseriva di non esserne al corrente.

 

Con la presente chiediamo agli enti di cui sopra se tali lavori risultano essersi svolti ed in quale

 

entità e tempi, poiché in caso contrario risulterebbe del tutto infondata e falsa la dichiarazione della

 

Soprintendenza che per evitare di assumersi la responsabilità delle condizioni in cui versano i siti

 

ambientali-storici del nostro paese, vuole scaricarle sul comune per altro non privo di mancanze.

 

In attesa di una Sua rapida risposta,

 

Fusaro, 10/08/2012

 

il Coordinamento dei Comitati e dei Cittadini delle Periferie

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