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Crack della Deiulemar, i montesi e da Torre del Greco ci scrivono.

Egregia redazione,
a scrivere siamo un gruppo di cittadini prevalentemente di Torre del Greco (NA) e di Monte di Procida. Scriviamo per richiede l’approfondimento di un problema che ci attanaglia dal mese di gennaio 2012. Si sta verificando un vero e proprio dramma sociale che sta coinvolgendo oltre 13000 famiglie. Si tratta degli obbligazionisti della società armatoriale Deiulemar, operante sul
territorio, e non solo, da oltre 40 anni, famosa in tutto il mondo, grazie a noi cittadini risparmiatori che abbiamo prestato il nostro denaro per un investimento a basso rischio, poichè gli interessi garantiti della società superavano di circa l’1- 2% quelli delle banche. Da circa 5 mesi è emerso che le obbligazioni dichiarate al bilancio dai capi di questa società, i signori Della Gatta, Iuliano e Lembo, fossero solo di 40 milioni di euro, a fronte di circa 1 miliardo di euro in
obbligazioni emesse. Improvvisamente i soci hanno deciso di interrompere il pagamento degli interessi senza giustificare dove fossero finiti i nostri risparmi e non hanno intenzione di rimborsarci dei nostri sacrifici. Un fatto certo e documentato è che nel corso degli anni, a partire dal 2005 si è assistito ad un graduale e progressivo svuotamento della originaria Deiulemar
compagnia di navigazione (a cui abbiamo affidato ufficialmente i nostri risparmi) e la creazione di nuove società, indipendenti da quella originaria, ma gestite dagli stessi soci , tra cui la Deiulemar Tankers s.r.l (creata per scissione ramo noli nell’ottobre 2010), la Deiulemar Shipping S.p.A., creata per conferimento del ramo “flotta di proprietà” che controlla a sua volta per il 100% la società Ledi Shipping dall’ottobre 2011, ossia pochi mesi prima dello scoppio della notizia delle presunta “crisi”, in gennaio 2012. I nostri risparmi che sarebbero dovuti entrare, come indicato nell’intestazione delle cedole firmate dall’allora amministratore unico Michele Iuliano, deceduto nel maggio 2012, alla “Deiulemar compagnia di navigazione” erano invece dirottati altrove, nelle
nuove società di cui sopra, ma anche in altre attività (quali acquisto di beni personali, alberghi, yachts, paradisi fiscali) non dichiarate ufficialmente dai soci, su cui sta indagando. In altre parole la compagnia storica a cui abbiamo affidato i nostri risparmi è ad oggi una “scatola vuota”, svuotata
appositamente in modo che i signori Della gatta, Iuliano e Lembo potessero trovarsi coperti e sicuri di poter procedere le attività armatoriali, ma liberi degli obbligazionisti (a cui devono praticamente tutto o quasi) dopo aver fatto scoppiare la notizia shock del presunto crack. Si capisce quindi
che, seppur vera di base la crisi dei noli che ha interessato tutto il settore marittimo, essa abbia contribuito in minima misura alla situazione attuale. La crisi è stato evidentemente un pretesto adottato per raggiungere l’obiettivo di liberarsi dai debiti obbligazionari, semplicemente non sanandoli, per rendere le attività più fluide e la società più “sana” come i soci stessi hanno
dichiarato in più occasioni. La città è disperata, sono i soldi di onesti lavoratori, di tutte le età e di tutti i ceti sociali e tassati salatamente. Siamo vittime di una truffa secondo i reati per cui la Procura di Torre Annunziata sta indagando ed attendiamo le sue risposte. Tuttavia essa stessa si
è dichiarata troppo piccola rispetto alla complessità del caso e quindi abbiamo bisogno urgentemente di ulteriore sostegno. Le accuse rivolte soci ai responsabili sono piuttosto gravi, tra cui bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e appropriazione indebita di denaro pubblico. Lo scorso 2 maggio, a seguito di una proposta di concordato preventivo definita unanimamente
anche dalla stampa locale “oscena”, la Procura di Torre Annunziata ha dichiarato il fallimento della società Deiulemar compagnia di navigazione accogliendo l’istanza fallimentare presentata da 7 obbligazionisti. La società fallita però è una scatola vuota, mentre i nostri risparmi sono altrove, e devono ancora essere rintracciati. La proposta di concordato consisteva nella conversione del 100% del nostro capitale fino ad un massimo del 52%, così divisi: in 12% cash, ottenibili solo sub conditione, ossia solo al momento della vendita dei beni messi a disposizione, 20% di obbligazioni a scadenza 2018 e 20% di azioni che avrebbero reso nulla a noi ipotetici futuri azionisti, data l’attuale immagine della società nel mondo. Il fatto grave è che i soci avrebbero voluto così liberarsi del debito nei nostri confronti senza restituzione di denaro, continuando a svolgere le proprie attività armatoriali, e la lussuosa ed agiata vita di sempre. Tutto questo a Torre del Greco, sotto gli occhi di noi tutti poveri cittadini truffati. E’ importante evidenziare
infatti, che i soci in questione non hanno affatto difficoltà economiche. Il loro patrimonio comprende possedimenti in tutto il mondo, quasi tutta la città è di loro proprietà, possiedono 18 grandi navi di trasporto merce, e ne gestiscono le attività di 60. Possiedono negozi di lusso in città turistiche come Capri, grattacieli a New York, e svariate società, persino sottoterra. Con questi
patrimoni, grazie alla collaborazione di esperti, si è stimato che potrebbero rimborsarci abbondantemente del 100% del nostro capitale fino alla scadenza del 2018 e nonostante questo la società resterebbe in vita producendo utili.
Inoltre c’è un tesoro di denaro liquido che esiste in quanto in 5 anni i soci si sono divisi utili per oltre 300 milioni di euro e deve essere trovato, sicuramente sarà all’estero in paradisi fiscali e ben custodito. Potrete approfondire il caso attraverso servizi nazionali e locali preparati da:
striscia la notizia (link in basso), metropolis web, mezz’ora di torre in rete
(julie news), ove troverete diversi servizi dedicati alla vicenda, e alle iniziative di protesta avanzate dai risparmiatori, in particolare alla manifestazione di piazza del 9 marzo, alla fiaccolata del 22, la manifestazione del 29 marzo, la manifestazione davanti alla procura del 5 aprile e quella del 13 aprile davanti agli uffici. Abbiamo estremamente bisogno di GIUSTIZIA, e che il caso diventi nazionale per accendere l’attenzione su questa tragedia che ci è piombata addosso da un giorno all’altro, dato che la società ha da sempre instaurato con i cittadini torresi un rapporto di estrema fiducia, tanto che molti di noi hanno riposto tutto il patrimonio, frutto dei sacrifici di una
vita.
I capi della società hanno ritirato capitali fino a 2 giorni prima dall’ esplosione della notizia dichiarando che andasse tutto bene e continuando a firmare regolarmente le obbligazioni da parte dell’Amministratore Michele Iuliano, ed in presenza di tutti i soci, come possiamo tutti testimoniare. Questa situazione si insinua nel contesto già difficile del Sud Italia, con i
relativi problemi occupazionali per molti giovani, e le pensioni da fame di tanti poveri anziani
che rischiano di non poter affrontare le difficoltà quotidiane. Il potere d’ acquisto si è di colpo ridotto e molte attività commerciali sono costrette a chiudere.
Da parte dei risparmiatori, l’unico accordo può essere sul rimborso graduale dei nostri risparmi. Questa soluzione legittima e percorribile, con un adeguato piano di rientro non coincide però
con la volontà dei soci, e siamo soggetti adesso alle lungaggini giudiziarie. A fronte di quanto narrato nella presente, grazie alla rivista “linkiesta” siamo venuti a conoscenza di verità interessanti che lasciano trasparire l’ indubbia costruzione programmata a tavolino e le innumerevoli responsabilità di soggetti che hanno architettato ed appoggiato questo piano “malefico” che sta
portando alla distruzione la nostra città. La società si è avvalsa di personaggi
preparati, che potessero assicurarle la sopravvivenza in ogni caso, e senza considerare minimamente che il patrimonio derivi essenzialmente dagli obbligazionisti. Il contenuto di questo articolo è prezioso per contribuire all’ identificazione di tutti i responsabili della truffa (secondo i reati su cui indaga la procura) e alla ricostruzione esatta di questo guazzabuglio in cui
mai avremmo immaginato di trovarci. Ecco il link d’interesse:

http://www.linkiesta.it/deiulemar-fallimento-salvataggio#ixzz1rg4Wn23Y

Qualche tempo fa abbiamo saputo un altro fatto increscioso che tutti noi riteniamo grave.
Un gruppo di obbligazionisti di Monte di Procida è stato convocato dai soci, i quali hanno dichiarato di voler continuare sulla linea delle azioni ed hanno giustificato il mancato rimborso dei capitali considerando che gli obbligazionisti negli anni hanno percepito il loro interesse. Questa
affermazione la riteniamo importante perché spiega a chiare lettere che le risorse in realtà ci sarebbero, mentre manca la volontà di metterle a disposizione, fino a permettere l’evitabile fallimento della società Deiulemar compagnia di navigazione. Inoltre la dichiarazione del socio non risulta avere un riscontro reale innanzitutto perché molti non hanno ritirato mai gli interessi negli anni, ma anche perchè ci sono vari casi di persone che hanno deciso di prestare il proprio denaro pochi mesi prima, addirittura fino al gennaio 2012, pochi giorni prima dello scoppio della notizia, e per alcuni si tratta di cifre significative, intorno alle centinaia di migliaia di euro, accettate con
disinvoltura dalla società, che stentiamo a credere ignara di ciò che sarebbe accaduto dopo poche ore. Riteniamo importante che teniate presente anche questo articolo come testimonianza della realtà che stiamo vivendo:
http://www.montediprocida.com/wp/2012/04/crack-deiulemar-slitta-al-16-aprile-lassemblea-dei-soci-gli-armatori-non-trovano-un-accordo/

Il riferimento al servizio di Striscia la notizia è invece il seguente http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?15266

Ad una settimana dalla morte, avvenuta subito dopo la sentenza di fallimento durante una visita della guardia di finanza nella sua abitazione, l’ex amministratore unico, il capitano Michele Iuliano, ha rilasciato a mezzo stampa una lettera rivolta agli obbligazionisti, con i quali ha da sempre stabilito un rapporto amichevole e di rispetto. I contenuti di tale lettera ci sembrano significativi in quanto mostra la superficialità dell’amministrazione societaria nel epriodo precedente e durante la crisi, richiamando vari responsabili. Il link in basso riporta il testo di questa testimonianza tratto dal giornale locale “metropolis”.
http://popolodeiulemar.altervista.org/page/2/
Al link seguente è possibile scaricare la sentenza di fallimento emessa dal tribunale:

http://www.metropolisweb.it/Notizie/Torrese/Cronaca/deiulemar_ecco_sentenza_fallimento_che_incastra_armatori_scarica_sentenza_completa.aspx

Ecco la sintesi completa della tragedia nei suoi vari steps.
http://www.metropolisweb.it/Notizie/Torrese/Cronaca/deiulemar_crac_da_800_milioni_ecco_sintesi_ultimi_cinque_mesi_inferno_torre_greco.aspx

Vorremmo che le informazioni emerse venissero messe in luce, e chiediamo a voce alta, urlando la nostra disperazione, l’aiuto dei media nazionali perchè abbiamo diritto di vincere questa battaglia. Crediamo nel potere dei media e nell’efficacia dei programmi di approfondimento quale il vostro a e in segno di civiltà per un paese onesto e lavoratore come Torre del Greco chiediamo che la vicenda venga posta all’attenzione nazionale.
Siamo consapevoli delle irregolarità compiute dalla società e della complessità della situazione, ma riteniamo che i reati su cui si sta indagando non debbano costituire motivo di rallentamenti ed intralcio rispetto ad una qualsiasi procedura di fatto in grado di rimborsarci
Riteniamo che essendo questo un fallimento atipico sotto molti aspetti, sarebbe necessario vagliare misure straordinarie purchè possano risolvere al meglio la situazione.
Lanciamo un appello alle istituzioni competenti affinchè velocizzino la pratica per l’emanazione dell’attuazione del Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie istituito con la Legge Finanziaria del 2006 . Questo potrebbe rappresentare un supporto ad integrazione della nuova eventuale proposta di rimborso da parte della società.
Noi obbligazionisti truffati crediamo che i media possano agevolarci a stimolare la Procura ad indagare sulla delibera emessa nel 1996, anno in cui è stata emessa la prima tranche di obbligazioni, richiamando al loro dovere tutti i soci, che sono numerosi. Non siamo in possesso di tale delibera e pertanto non sono a noi noti tutti i nomi dei soci, ma terremmo ad approfondire la questione.
Riteniamo che lo Stato debba intervenire, nella persona del Presidente del Consiglio ed i politici nazionali in modo da garantirci giustizia e agevolarci nel compito di far rientrare il nostro miliardo di euro nelle banche italiane. Di fatto molti risparmiatori non potranno pagare l’IMU dopo questo crac definibile come una vera e propria calamità sociale.
Sappiamo che con l’impegno di tutte le parti interessate si possa arrivare ad un buon compromesso, considerando che i soci si sono divisi utili per 300 milioni di euro nell’anno 2010.
Riteniamo necessaria l’introduzione di un’amministrazione straordinaria che controlli la società al di sopra delle parti e monitori al regolarità di tutte le operazioni.

Siamo a disposizione per approfondimenti, data la complessità del problema e gli innumerevoli risvolti, difficili da spiegare in una lettera. Sicuri della vostra collaborazione e speranzosi di ricevere una pronta risposta, ringraziamo anticipatamente.

Gli obbligazionisti della Deiulemar.

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