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CASTELLO di BAIA : il museo riapre le sale chiuse

Scrigno archeologico del comprensorio e tra i maggiori siti in Italia, riapre al pubblico il museo dei Campi Flegrei allestito tra le antiche mura del Castello aragonese di Baia: dal 15 ottobre, 47 delle 54 nuove sezioni sono di nuovo accessibili al pubblico. Grazie ad un potenziamento del personale addetto alla sorveglianza con l’impiego di restauratori occupati finora nel settore tecnico – conseguito con un accordo tra la Soprintendenza speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei e i sindacati – è possibile garantire la vigilanza quotidiana nelle sale e assicurarne dunque l’apertura. A favore del ripristino del percorso nell’eremo, anche il placet del Dipartimento dei vigili del fuoco il quale ha verificato le misure di sicurezza, e il Comune di Bacoli che ha offerto la collaborazione nella gestione. Ma c’è di più. Gli esperti restauratori, nella veste di addetti alla sorveglianza, potrebbero curare la manutenzione di opere d’arte lungo il percorso offrendo ai visitatori uno spettacolo duplice, forse in un esempio unico al mondo. I dettagli di questa ipotesi sono tuttora al vaglio, certo è comunque che i turisti non resteranno più a bocca asciutta e gli accessi delle sale non saranno più sbarrati. Le bellezze storico-archeologiche in mostra nelle sezioni dedicate alla ricostruzione di Rione Terra, Cuma e Pozzuoli possono finalmente essere ammirate tutti i giorni – dal martedì alla domenica dalle 9 alle 15 – con l’ultimo ingresso per gruppi fissato alle 13.30. Il lunedì resta, come sempre, giorno di chiusura infrasettimanale. La riapertura del sito era stata peraltro annunciata dal soprintendente Giuseppe Proietti già da qualche settimana; il tavolo di concertazione con la Regione ha definito gli ultimi aspetti per il ripristino della struttura museale, di cui è responsabile il soprintendente Paola Miniero. Sono tuttavia ancora in corso lavori di messa in sicurezza nella sezione dedicata a Liternum; e restano chiuse, ma solo per poco, le due sale inaugurate nel 1993 con l’esposizione del Ninfeo di Punta Epitaffio e il Sacello degli Augustali: qui la caduta di calcinacci dal soffitto ha richiesto ulteriori lavori per il consolidamento della volta. La sala situata nella cosiddetta Torre Tenaglia del castello ospita la ricostruzione della facciata del Sacello di Miseno; essa è formata da un pronao dietro il quale si innalzano alcune statue originariamente collocate nella cella interna al tempio stesso. Insomma opere di manutenzione destinate ad essere presto concluse, per offrire ai visitatori l’itinerario completo con migliaia di reperti in vetrina nel Castello aragonese.

fonte il mattino (Patrizia Capuano)

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