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IL CAFFE' prodotto nel CARCERE di POZZUOLI,servito al SENATO

Pozzuoli.Il caffe’ ”LAZZARELLE”prodotto dale donne del CARCERE FEMMINILE  di via Pergoresi,sara’ oggi servito per la prima volta al SENATO,tre detenute sono state invitate alla buvette di Palazzo Madama a un pranzo che si concludera’ con la degustazione del caffe’ prodotto dalle detenute cin la cooperativa LAZZARELLE(federazione internazionale Citta’ Sociale di Napoli)

Dai caldi paesi del Sud del mondo alle fumanti tazzine dei napoletani passando per il carcere femminile di Pozzuoli. È nato il caffè “Lazzarelle” prodotto direttamente nella Casa circondariale flegrea. I chicchi provenienti da paesi come Brasile, Costa Rica, Colombia, Guatemala, India e Uganda vengono tostati artigianalmente e confezionati da dieci detenute. È un caffè dall’inequivocabile sapore equo e solidale confezionato in uno spazio attrezzato dell’istituto penitenziario di via Pergolesi. Un esperimento che mette insieme economia solidale e volontà di emancipazione delle donne recluse. A realizzare il progetto “Chicco Solidale” – con un budget di 215 mila euro – è il Ministero di Grazia e Giustizia insieme alla Regione Campania con la collaborazione di una rete di associazioni e cooperative napoletane. Le donne – scelte tra coloro che hanno i requisiti previsti dalla legge sulla detenzione e che hanno manifestato la loro disponibilità – hanno già partecipato a un corso di formazione e già stanno producendo i primi pacchetti.

Il Progetto Chicco Solidale è anche una sfida al mercato da parte delle donne. Quella di Pozzuoli è la prima torrefazione di caffè in carcere del Centro Sud. Un’esperienza analoga si trova al carcere “Le Vallette” di Torino. Ora la sfida è dare continutà all’esperienza che dovrà affrontare le dure leggi del mercato. I primi pacchetti da 250 grammi sono già venduti nei negozi del circuito del commercio equo e solidale della provincia di Napoli e già si pensa ad allargare la distribuzione a tutta la regione. «Bisogna che le detenute – ha spiegato Alfonsina De Felice, assessore regionale alle politiche sociali durante la conferenza di presentazione – si costituiscano in cooperativa diventando socie lavoratrici. Si dovrà studiare un piano di commercializzazione evitando che questa esperienza diventi un fatto occasionale e meramente caritatevole».

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