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Progetto IL FARO

(Monte di Procida)-Un “Faro” per illuminare il tunnel delle dipendenze, sia da stupefacenti che dall’alcol. Questo il nome, significativo, dato al piano di prevenzione sociale varato dal comune di Monte di Procida, che si è fatto promotore dell’iniziativa, che ha recentemente ottenuto il finanziamento da Palazzo Santa Lucia…Al progetto collaborano, tra gli altri, il comune di Bacoli, l’Asl Napoli 2, il liceo scientifico-pedagogico di Bacoli-Monte di Procida, le Acli, il consorzio Teseo e numerose associazioni locali.
Monte di Procida è colpita in maniera massiccia dal fenomeno delle dipendenze: i dati forniti dal SERT dell’ASL NA2 parlano chiaro, e mostrano uno spaccato preoccupante del panorama dei problemi giovanili, segnalando, purtroppo, un’utenza crescente, negli anni, in tutta la zona: nel 1999, infatti, dal Monte, sono state segnalate sei richieste di aiuto, nove nel 2000 e tredici nel 2001; si aspettano ancora i dati dell’anno scorso, ma l’impennata dei casi di abuso patologico di sostanze è evidente e quasi esponenziale; il tasso di incidenza registrato nel 2001 ha mostrato, purtroppo, un record tristemente negativo per Monte di Procida, secondo di tutti i comuni dell’ASL NA2, proporzionalmente parlando, per numero di tossicodipendenti e alcolisti, dopo Procida, e seguito da Bacoli e Pozzuoli. E stiamo parlando solo dei dati ufficiali, cui va aggiunto tutto il “sommerso”, gli innumerevoli casi in cui la tragedia si consuma fra le quattro mura domestiche senza coinvolgere i servizi sociali o le istituzioni e che, dunque, non possono essere quantificabili e introdotti nelle statistiche. Giovani che, purtroppo sempre più numerosi, si trovano invischiati nel problema della droga o dell’alcol e non riescono ad uscirne, per lo meno non senza un valido aiuto. Proprio questo è l’obiettivo del progetto, fornire un “puntello” socio-sanitario-istituzionale dove non c’è, istituire un punto di ascolto e di aiuto specialistico per quanti, finora non sapevano a chi rivolgersi per uscire, come si dice, dal “tunnel”.

<<L’impegno di questa amministrazione nella lotta alle dipendenze patologiche, droghe ed alcol soprattutto, è stato immediato>>: a parlare è Leonardo Coppola, consigliere delegato del comune di Monte per l’Educazione Sanitaria e responsabile del progetto.
<<Poco dopo il suo insediamento, nel maggio 2001 –continua il consigliere Coppola- l’amministrazione ha studiato una strategia che permettesse di affrontare questi problemi nella loro totale complessità. Lo scopo è quello di creare una “rete di intervento” duratura ed efficace in modo da poter affrontare in maniera seria e definitiva un fenomeno gravissimo, che “sembra colpire sempre gli altri” ma che potrebbe colpire ognuno di noi. Abbiamo basato la nostra strategia su tre punti fondamentali: il monitoraggio sul territorio per sapere da che cosa partiamo; un progetto di prevenzione per evitare che ci siano altri nuovi casi; un progetto di aiuto a chi ha già una dipendenza patologica>>.

Dei 342 progetti presentati alla Regione solo 100, tra cui “Il Faro”, sono stati finanziati: il Comune cerca, dunque, in collaborazione con enti e organizzazioni specialistiche e di volontariato, di dare una speranza ai tanti ragazzi che si trovano in un vicolo cieco e alle loro famiglie, sulla cui disperazione, molti privati speculano, promettendo soluzioni e terapie miracolose che giovano, troppo spesso, solo alla tasca di chi le propone.
È stato già redatto un piano preliminare per stabilire obiettivi e soggetti destinatari del servizio, individuati nella popolazione giovanile dagli 11 ai 35 anni d’età. La parola d’ordine è “prevenzione”: dovunque, comunque, in ogni luogo, con l’informazione alle fasce giovanili e adulte, l’incentivazione alla nascita di iniziative culturali, ludiche e sportive, di centri di aggregazione purtroppo quasi totalmente inesistenti su tutto il territorio flegreo.
La scuola sarà il trait d’union tra operatori e famiglie, attraverso corsi d’informazione ed educazione sanitaria rivolti sia ai genitori che agli alunni: uno staff di psicologi, pedagogisti e altri specialisti del settore gestirà anche punti d’ascolto, ai quali i ragazzi si potranno affidare, e magari confidarsi con personale che sia preparato al difficile compito di guadagnarsi la loro fiducia, capire e dare le risposte giuste al momento giusto. Non mancano le strategie innovative: nelle piazze, nei bar, nei luoghi pubblici, persino nelle parrocchie, in tutti i luoghi, insomma, ove i giovani sono potenzialmente esposti al rischio di entrare in contatto con le sostanze che danno dipendenza, entreranno in azione dei particolari “infiltrati”, operatori specializzati e formati con dei corsi ad hoc, che provvederanno ad individuare i cosiddetti “leader negativi” per limitarne l’azione e i “leader positivi”, da utilizzare, invece, come punti di riferimento.
Questo e tanto altro è in cantiere per dare una risposta decisa al problema delle dipendenze, tra cui anche l’istituzione di un numero verde per ottenere informazioni e aiuto specialistico immediato anche a domicilio. Insomma, una sfida importante ma difficile da vincere, che ora aspetta solo la prova sul campo per dimostrare se e come sia possibile sconfiggere questa piaga strisciante che diventa, di giorno in giorno, più purulenta.

Fabiana Scotto di Perta

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