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Il Notiziario Flegreo del 25 febbraio 2004

Dal Monte al Sudan un ponte di solidarietà…
Dal Monte al Sudan un ponte di solidarietà
(Monte di Procida)- Un lungo ponte di solidarietà che unisca il più piccolo dei comuni flegrei al mondo povero, il più povero che c’è. Il sud del Sudan, una delle tante zone del mondo dove mangiare e bere (magari acqua pulita e non infetta), sono ancora delle parole, cui troppo spesso non è possibile dare un significato, e un contenuto. Si muore, lì. Si muore di tutto, perché manca tutto. E i primi a farne le spese sono i bambini. Ma anche i grandi: c’è la lebbra, l’Aids, e non c’è come curarli, né come, per lo meno, alleviare le sofferenze della malattia.

Dieci anni fa, un medico appena laureato, il dottor Rosario Iannetti, arriva a Mapuordit, lì nel profondo e sofferente sud del mondo. Ha solo le sue mani, le sue conoscenze, e niente più. Ma cerca di usare ciò che ha a disposizione, cioè nulla oltre se stesso e poco altro, per dare una speranza a chi soffre.

Nascono tre capanne, tre tende: una diventa l’ambulatorio, l’altra la “corsia”, e la terza una sala operatoria: con 45 gradi all’ombra il dottor Iannetti e un pugno di volontari operano, visitano, curano. Ma sono tre capanne, per una platea sterminata: nell’ospedale da campo si recano, in media, ogni giorno, 100 persone bisognose di ogni tipo di cura e d’intervento.

Dalla missione comboniana di Mapuordit (il dottor Iannetti è stato consacrato il 21 marzo del 2001), parte l’appello per costruire dei prefabbricati che possano accogliere più degnamente i malati, per acquistare le attrezzature minime necessarie a mandare avanti una struttura ospedaliera.

L’appello per il progetto “Ospedale Diocesano di Mapuordit” viene raccolto dal gruppo Missionario di Monte di Procida che, con il patrocinio del Comune, e in collaborazione con l’Unsi (Unione Nazionale Sottufficiali Italiani) ha organizzato una serata di beneficenza che si terrà sabato alle 20, presso la sala teatro della parrocchia di Sant’Antonio a Casevecchie.

Si tratta di uno spettacolo presentato dalla compagnia “Artisti all’Asta”, dal titolo “Ammore… Mon Amour”, con Gigy Comune e Alessandra Iorio. Tutto il ricavato, ovviamente, sarà devoluto alla raccolta fondi per l’ospedale di Mapuordit in Sudan, diretto dal medico e missionario comboniano Rosario Iannetti. Molte sono le persone che hanno profuso le loro energie in questo progetto, dal comitato organizzatore, composto dal cavalier Giancarlo e dalla dottoressa Ebe Sichenze, da Giovanna Russo, da Luigi e Gianna Ambrosino, alla compagnia teatrale che ha offerto lo spettacolo gratuitamente, a tutti coloro che hanno collaborato a vario titolo all’iniziativa, tra cui i parroci, don Leonardo Carannante e don Carmine Guida, Peppina e Luisa Schiano, Antonietta Scotto D’Abusco, le professoresse Aurora Parancandola e Marisa Fevola, coordinatrice del Laboratorio Missionario di Monte di Procida.

Ora: da una stima approssimativa il costo minimo per realizzare l’ambulatorio, si aggira sui 150mila euro, circa 300 milioni delle vecchie lire. In una sola serata non ce la si fa, è chiaro, e non è nemmeno l’obiettivo degli organizzatori. Ma se questo servisse a far volgere lo sguardo di quante più persone è possibile oltre un determinato orizzonte, oltre le barriere, oltre le differenze di pensiero, di fede e di ragione, a stimolare nuove iniziative forse non sarebbe impossibile vincere questa sfida: una sfida che è, soprattutto, di rispetto e civiltà.

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